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ANTLERS, SPIRITO CORNUTO

Allora ragazzi, qui non ci siamo. Non ci siamo proprio. Eppure abbiamo cominciato la visione con tutta la buona volontà, ce ne avevano parlato bene, c'è un mostro cornuto, poi l'ha prodotto Guillermo Del Toro, cosa può andare storto? Intendiamoci eh, non è un brutto film affatto, e magari molti di voi se lo godono pure senza curarsi dei vari problemi. Ma noi i difetti li vediamo tutti e diciamo che era lecito aspettarsi di più. Antlers (2021) Regia: Scott Cooper Cast: Keri Russell, Jesse Plemons, Jeremy T. Thomas, il Cornuto Scott Cooper è un bravissimo regista, che ha lasciato il segno in vari generi finora, seppur mai apprezzato davvero dal grande pubblico (heh). Dal dramma musicale Crazy Heart, al thriller Il fuoco della vendetta, al gangster biopic Black Mass, al western (rivisitato) Hostiles. Questo è il suo primo approccio all'horror ma conosciamo tutti il suo talento, poi prodotto da uno dei più influenti artisti di horror moderni, insomma c'era molto hyp

RAW, ovvero come imparai ad amare la carne umana

A seguito di Titane, ho deciso di rivedermi il primo film della Ducournau. Un film adolescenziale sul cannibalismo, con fiumi di sangue e una colonna sonora pazzesca.

Cos'è, una mia fantasia proibita? No, è un film vero, di una (al tempo) sconosciuta regista esordiente, con una sconosciuta protagonista esordiente. Un film che ha sconvolto il mondo, e non solo perché c'era gente che sveniva tra il pubblico. Mi innamorai subito di questa regista dal nome impronunciabile, e 5 anni dopo avrebbe vinto Cannes con Titane. Facendo svenire un altro po' di gente, e shockando il mondo ancora una volta.

 Raw (2016)
Regia:
Julia Ducournau
Cast:
Garance Marillier, Ella Rumpf, Rabah Nait Oufella

 

La prima settimana da matricola in un college non è facile, soprattutto se ti sottopongono a strani riti di iniziazione. I nuovi arrivati vengono inseguiti nudi a quattro zampe, cosparsi di sangue animale (Carrie dice ciao) e costretti a mangiare reni di coniglio crudi. Insomma, un Animal House versione malata. Come se non bastasse Justine (Garance Marillier) proviene da una rigida famiglia vegetariana, e poco dopo aver assaggiato carne cruda comincia a volerne ancora, fino a desiderare carne umana. Questa strana abitudine rende la sua integrazione ancora più difficile, e l'unica persona che sembra esserle amica è il suo compagno di stanza, Adrien (Rabah Nait Oufella).

Diciamo che in generale, dopo essersi allontanati da casa per la prima volta, non è mai facile trasferirsi in un nuovo ambiente e lasciarsi tutto alle spalle, famiglia e amici compresi. Anche narrare questi cambiamenti nel cinema non è mai facile, ma la Ducournau prende gli schemi classici dei film coming of age e li trasforma a modo suo. Sì, questo è uno di quei film che prendono un aspetto della nostra realtà, vi riflettono sopra, lo scompongono e ricompongono nuovamente sotto forma di horror.

 "Dito, dito, orgasmo garantit... ma magari me lo mangio."

Il cannibalismo di Justine è usato per rappresentare le pressioni sociali e istituzionali quotidiane che molti teenager hanno vissuto. Nella nuova scuola Justine, introversa e sola, circondata da bulli, che non piace neanche ad alcuni professori perché è "troppo brava", inizialmente appare come la classica figura dell'incertezza adolescenziale. Raw, o Grave che dir si voglia, non mette in scena le esperienze di esclusione, solitudine e sviluppo personale con sequenze commoventi di una romantica ricerca di significato, ma le prende seriamente per ciò che sono: un vero orrore sociale.

La Marillier è bravissima a gestire il sottile equilibrio tra insicurezza e isolamento da un lato, e paura del proprio corpo dall'altro. Forse perché questa figura è così insolita e soffre non solo dell'impossibilità di integrarsi, ma al tempo stesso della paura del proprio cambiamento, crea un'atmosfera di tensione ancora più forte del solito. Raramente la crescita, il passaggio dall'adolescenza alla maturità è stato raccontato in un film in un modo così toccante e devastante.


La polemica sul fatto che la violenza di Raw infranga ogni limite del gusto (non è nemmeno vero, ho visto di peggio) è stucchevole: è un film cannibale, ovviamente sconvolge e rompe i tabù, ma non lo fa per restare fine a se stesso. Di film sul cannibalismo ne abbiamo visti tanti, a partire da Cannibal Holocaust del nostro Deodato, ma di solito lo scopo è solo quello, impressionare il pubblico con immagini scioccanti e brutalità esplicita; Raw, invece, è innovativo perché si concentra sulla brutalità sociale, che può rendere tangibile solo attraverso immagini scioccanti, che quindi in questo caso sono il mezzo, non il fine. 

Certamente Raw non è un film per i deboli di stomaco ma non solo per le immagini, bensì perché descrive molto bene la pressione che c'è sui giovani, l'aggressività sociale e le insicurezze personali in un orrore insopportabile che è parte di quella fase della vita. Per quanto non convenzionale, crea un'immagine dell'adolescenza incredibilmente precisa e che raramente è stata messa in scena in modo così vivido.


Tra l'altro, a me ricorda più un film sui lupi mannari, potremmo dire sia un film sui lupi mannari in versione cannibale. Suona strano? Il fatto che in primo piano ci sia una coppia di sorelle non vi fa pensare subito al grandioso Ginger Snaps? Esatto, e quello è un altro film che portò nuovi aspetti al genere dei lupi mannari. Ovviamente in Raw non ci sono lupi, ma i due film hanno una cosa in comune: in entrambi vengono raccontati il risveglio adolescenziale degli istinti, la paura del proprio corpo e la ricerca della propria identità. Anche Ginger Snaps, al tempo, fu rivoluzionario, dopo anni e anni in cui questo tipo di personaggi veniva rappresentato sempre allo stesso modo monodimensionale. E questa rivoluzione del genere arriva concentrandosi su personaggi femminili, infatti potremmo menzionare anche il film danese When Animals Dream (che però non è uscito in Italia).


Ad ogni modo, il ritratto della Ducournau della nascente lussuria femminile è molto più radicale dei suoi predecessori. In particolare, quando Justine si concentra su Adrien che gioca a pallone a torso nudo, sembra proprio un predatore controllato dall'istinto che era tipico dei personaggi maschili. E se questa lussuria sfrenata di famiglia deve essere repressa da un vegetarianismo stretto, allora ricorda ancora di più la povera Carrie.

Condito con il cannibalismo, uno dei più grandi tabù dell'umanità, Julia Ducournau riesce a creare un horror entusiasmante che non solo ti fa pensare, anche dopo averlo finito, ma intrattiene e coinvolge grazie all'incredibile sicurezza della regista nel gestire questo genere. E lancia un messaggio ben preciso: "bisogna accettarsi per ciò che si è", e si può sempre trovare una soluzione. Ma lo lancia senza banalità, senza scene super drammaticheromantichestrappalacrime, ma nel modo più viscerale, crudo e inusuale possibile. Sovvertendo qualsiasi morale, ci fa provare empatia non per una persona emarginata a causa del suo aspetto fisico o altro, ma per una persona cannibale. Ecco perché Raw, il debutto di questa sconosciuta esordiente, sconvolse il mondo.

Certo le ispirazioni di Argento, Cronenberg, De Palma (abbiamo già citato Carrie) sono lì, certo come prima opera è ancora un po' acerba rispetto a Titane, ma il film è di un'intensità (emotiva e non) che non si vede spesso, non solo nel cinema ma in generale. Le scene in cui Justine assaggia per la prima volta carne umana e quella in cui lei e sua sorella lottano come due cani rabbiosi per un pezzo di carne, sono sicuramente le più potenti, coadiuvate anche dalla favolosa colonna sonora stile barocco e Goblin. Abbiamo pure qualche momento di assurdità alla Lynch con il vecchio che si leva la dentiera di fronte a Justine, questo è davvero il film cannibale più bello di sempre.
Julia, sei una pazza, ma ti prego non cambiare mai. Continua a sconvolgere il mondo, continua a far svenire gente, perché io di film come Raw e Titane ne voglio ancora, ne ho bisogno, come Justine ha bisogno di carne umana.

VOTO FINALE: ****

 
P.S. il film ci lancia pure un altro messaggio, ovvero essere vegetariani fa male. Poi va a finire che ne mangiate un pezzo per sbaglio e comincerete a desiderare carne umana, io ve lo dico. 

 

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