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ANTLERS, SPIRITO CORNUTO

Allora ragazzi, qui non ci siamo. Non ci siamo proprio. Eppure abbiamo cominciato la visione con tutta la buona volontà, ce ne avevano parlato bene, c'è un mostro cornuto, poi l'ha prodotto Guillermo Del Toro, cosa può andare storto? Intendiamoci eh, non è un brutto film affatto, e magari molti di voi se lo godono pure senza curarsi dei vari problemi. Ma noi i difetti li vediamo tutti e diciamo che era lecito aspettarsi di più. Antlers (2021) Regia: Scott Cooper Cast: Keri Russell, Jesse Plemons, Jeremy T. Thomas, il Cornuto Scott Cooper è un bravissimo regista, che ha lasciato il segno in vari generi finora, seppur mai apprezzato davvero dal grande pubblico (heh). Dal dramma musicale Crazy Heart, al thriller Il fuoco della vendetta, al gangster biopic Black Mass, al western (rivisitato) Hostiles. Questo è il suo primo approccio all'horror ma conosciamo tutti il suo talento, poi prodotto da uno dei più influenti artisti di horror moderni, insomma c'era molto hyp

ULTIMO TANGO A SOHO

Finalmente il primo articolo firmato da me!
Vorrei salutare tutti quelli che mi conoscono, i miei genitori ma soprattutto PIPPOBAUDO.
Anche il mio capo, che però non mi paga. Scendiamo in piazza contro i capi sfruttatori!
(Lo confesso, anche se è firmato da me l'abbiamo scritto comunque insieme. Però non ditelo a nessuno!)

Ultima notte a Soho (2021)
Regia: Edgar Wright
Cast: Anya Taylor-Joy, Thomasin McKenzie, Matt Smith, Diana Rigg (rip)



Innanzitutto lasciatemi dire che la Taylor-Joy è cresciuta proprio bene. Sembra ieri averla vista in The VVitch alle prese con caproni e puritani. Beh ce l'hai fatta: la scelta di firmare un contratto con il diavolo ha pagato bene!
Edgar Wright lo conosciamo, Scott Pilgrim e Baby Driver sono ormai iconici. L'uso della musica, il montaggio con tagli veloci e primi piani, la commistione di vari generi... il suo stile è unico. Sono andata al cinema a vedere questo film con grandi aspettative, e devo dire che non sono rimasta delusa.

Solo 2 mesi fa è uscito al cinema Malignant di James Wan, un altro film che omaggia profondamente - tra gli altri - il Giallo all'italiana, quello di Dario Argento in cui assassini inguantati danno la caccia a donnine in abiti succinti armati di coltellaccio. E ora abbiamo questa chicca, che di base segue la stessa linea ma non si ferma lì. Wright ci conduce in uno stravagante viaggio pieno di suspense attraverso la Londra degli Swinging Sixties, nel modo elegante e colorato (ah ma Argento gli piace proprio!) che lo distinguono, e oltre ai soliti riferimenti e allusioni, il regista britannico incorpora anche elementi di critica alla società. In particolare, si concentra sugli abusi e le umiliazioni a cui le donne sono state (e sono, e saranno) esposte.

"Basta con i film della A24! Vedo cose... uomini capra... nonni malefici e gente che prende fuoco!"

Ah scusate, quasi dimenticavo: la trama!
Wright inizia il film con un inganno che già mostra in modo impressionante il suo senso dello stile e dell'atmosfera. In un abito apparentemente fatto in casa, Eloise (Thomasin McKenzie, sì, si chiama THOMASIN, come la Taylor-Joy in The Witch hehe), che vive con sua nonna, danza a ritmo di "A world without love" nella sua stanzetta piena zeppa di oggetti anni '60. A prima vista sembrerebbe proprio che siamo in quel periodo... E INVECE NO! Dopo un po' diventa chiaro che la protagonista è solo una fan di quel decennio, ma siamo nel presente. Ellie è entrata in un college di fashion design a Londra ed è già estatica all'idea di trasferirsi lì dalla rurale Cornovaglia.

Ad ogni modo, appena arriva lì viene subito riportata con i piedi per terra da un'esperienza di sessismo: il tassista la molesta dicendo cose volgari e poi "scherzando" dice che ha appena incontrato il suo primo stalker. Le cose non miglioreranno, con i compagni che la prendono in giro perché vien dalle campagne e non indossa abiti costosi. L'unica cosa che le resta da fare è trasferirsi in una stanza affittata da una signora anziana (la favolosa Diana Rigg nel suo ultimo ruolo - che poveraccia, non ha potuto neanche assistere alla prima poiché fu posticipata causa covid). 

"Se volessi raccontarti di quando ho baciato James Bond..."

Nella sua nuova stanza, Ellie fa dei sogni che la portano nella Londra degli anni '60 e si lega a una festaiola di nome Sandy (Anya Taylor-Joy). Ellie, amante della moda, è affascinata anche dall'atteggiamento sicuro di sé della sua nuova amica, che sogna una carriera da cantante, ed è sorpresa di scoprire quanto ha in comune con lei. Anzi, Sandy è proprio come se fosse il suo stesso riflesso! Quando scende gli scalini del leggendario Cafe de Paris, vediamo anche Ellie camminare negli specchi accanto a lei. E vogliamo parlare della scena del ballo con Jack? Potremmo dire che Ellie addirittura scivoli brevemente nel corpo di Sandy, e qui il lavoro della telecamera è superbo: ruota intorno a lui alternandosi perfettamente tra le sue partner di ballo, così che le due a un certo punto sembrano effettivamente essere la stessa persona, senza bisogno di usare trucchetti digitali.

Comunque, nonostante inizialmente sembra di assistere ad una favola, ben presto ci rendiamo conto che è l'esatto opposto: immergersi in quello SSSSPUMEGGIANTE (cit) mondo del passato diventa sempre più un viaggio dell'orrore che si estende anche nella realtà, e i favolosi anni '60 non erano proprio ciò che sembrano.

Come siamo abituati dall'amante della pop culture Edgar Wright, Ultima Notte a Soho ci presenta una vasta area di storia del cinema e di associazioni stilistiche. L'influenza del Giallo all'italiana non viene espressa soltanto tramite giochi di colori o artefatti ottici, come il ripetuto utilizzo degli specchi, bensì anche nella storia ci sono vari riferimenti alle fonti di ispirazione del nostro regista. Il mondo della moda, l'arrivo di una giovane studentessa in un ambiente strano e un errore di giudizio verso il finale puntano dritto verso Mario Bava e Dario Argento, probabilmente i registi più rappresentativi del Giallo. I paragoni con Suspiria e Sei donne per l'assassino sono inevitabili, il tema onirico fa pensare a Mulholland Drive di David Lynch, e non sarà una coincidenza che l'esperienza metropolitana di Ellie rievochi Repulsione di Roman Polanski (il primo film che ha diretto in lingua inglese), in cui Catherine Deneuve proprio a Londra scivola in una spirale distruttiva. 

"Chi è più pazza, io o tu?"

Come nel suo ultimo lavoro Baby Driver, una variazione rispetto ai soliti film di gangster, Wright sintonizza perfettamente la colonna sonora (piena di vecchie canzoni e impeccabile come sempre!) alle scene, con i suoi piani sequenza perfettamente coreografati che ha portato agli estremi nel film appena citato. Ad ogni modo, lo spirito di quella Londra degli anni '60 si propaga anche grazie alle attrezzature e ai costumi, che hanno lavorato duro per ricreare quell'atmosfera nelle strade e nei bar in modo credibile. Non c'è da meravigliarsi che Ellie ogni volta non veda l'ora di addomentarsi!

Il film prende una svolta deliziosa appena gli anni '60, idealizzati da Ellie, rivelano gradualmente i loro lati più oscuri. Con una veemenza notevole il film, che ora si è trasformato in un thriller/horror, condanna le forme di sfruttamento nei night club e le umiliazioni che colpiscono le donne che vi lavorano. Branchi di uomini sbavanti urlano alla vista di ballerine vestite in modo provocante, e Sandie è costretta a prostituirsi dall'esperto del settore Jack (un diabolico Matt Smith, già nominato sopra). Con questo, Wright liquida decisamente l'idea che gli anni '60 siano stati soltanto un periodo idilliaco di liberazione.

"Inutile discutere, sono sempre io il miglior Dottor Who che ci sia mai stato!"

Il film mantiene sempre una certa tensione e mistero grazie ai continui salti temporali, e abbiamo anche diversi colpi di scena, con un'escalation finale che lascia poco spazio all'immaginazione in cui Wright rende il dolore tangibile. Lui e il direttore della fotografia Chung-hoon Chung, già famoso per i suoi lavori con Park Chan-Wook (Oldboy), immergono l'atto brutale in una luce disturbante ma anche accattivante, destreggiandosi tra i diversi livelli temporali in cui l'omicidio è percepito in modo molto differente.

Non diciamo più nulla, e forse è già stato detto anche troppo! In conclusione, un film horror elettrizzante che ti colpisce allo stomaco, che denuncia l'eccessiva sessualizzazione delle giovani donne proprio catturando la star del momento Anya Taylor-Joy in immagini altamente sessualizzate, ma anche elegantemente stilizzate. Un film che non solo smonta un'era ingiustamente idealizzata, ma smonta anche l'idea che oggi sia tutto molto meglio. All'apparenza sembrerebbe il classico film "più stile che sostanza", ma non è affatto così, e anche tu spettatore puoi sentire il dolore e la rabbia che ribolle sotto questa copertina patinata. Wright ci regala un'altra master class di stile e freschezza, probabilmente il film dell'anno (insieme a Titane, che ho visto proprio mentre scrivevo questa recensione) e ancora meglio di Baby Driver, che senza fare polemiche abbiamo sempre ritenuto un tantino sopravvalutato. Da buon appassionato di cinema come noi, Wright continua a prendere ispirazione dal passato, ma al tempo stesso riesce a reinventarsi ed essere originale, senza scadere nella mera copia. Ditelo a Tarantino, che continua a citare altri senza essere originale da tempo. Edgar, non fare la sua stessa fine!
Per finire, bisogna dare merito alle
performances spettacolari delle protagoniste, ma anche del supporting cast. Bravi tutti!

VOTO FINALE: *****

Nota di Mannu: un film in cui vi si possono facilmente identificare le donne, ma anche gli uomini. Chi non vorrebbe sognare Anya Taylor-Joy?
Comunque, un fashion college senza gay mi sembra un tantino irrealistico, caro Edgar. #cancelmannu

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