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ANTLERS, SPIRITO CORNUTO

Allora ragazzi, qui non ci siamo. Non ci siamo proprio. Eppure abbiamo cominciato la visione con tutta la buona volontà, ce ne avevano parlato bene, c'è un mostro cornuto, poi l'ha prodotto Guillermo Del Toro, cosa può andare storto? Intendiamoci eh, non è un brutto film affatto, e magari molti di voi se lo godono pure senza curarsi dei vari problemi. Ma noi i difetti li vediamo tutti e diciamo che era lecito aspettarsi di più. Antlers (2021) Regia: Scott Cooper Cast: Keri Russell, Jesse Plemons, Jeremy T. Thomas, il Cornuto Scott Cooper è un bravissimo regista, che ha lasciato il segno in vari generi finora, seppur mai apprezzato davvero dal grande pubblico (heh). Dal dramma musicale Crazy Heart, al thriller Il fuoco della vendetta, al gangster biopic Black Mass, al western (rivisitato) Hostiles. Questo è il suo primo approccio all'horror ma conosciamo tutti il suo talento, poi prodotto da uno dei più influenti artisti di horror moderni, insomma c'era molto hyp

ALL HAIL, SAINT MAUD!

Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa.

Saint Maud (2019)
Regia: Rose Glass
Cast:
Morfydd Clark, Jennifer Ehle, Lily Frazer


Sì, ci sono fan più invasati e terrificanti dei fan del k-pop e degli One Direction.
Sono i fan di Nostro Signore, a cui è dedicato questo mirabile film. Ora io mi rendo conto che è un'opera di finzione, ma dopotutto non lo è anche la Bibbia?
Il film di debutto della promettente Rose Glass ci regala una rarità nella storia del cinema: per una volta la protagonista non è posseduta dal demonio, ma da una forza divina! Me l'avevano detto che il cinema stava diventando più inclusivo, ma non immaginavo fino a questo punto.

 
I Satanisti si sentono chiaramente bistrattati e così hanno indetto una petizione per mostrare anche il lato oscuro della religione cristiana. Basta con la discriminazione dei satanisti!

Il film è disturbante, inquietante, angosciante come ti aspetteresti da un film della scuderia A24, che come un falco si è prontamente fiondata su questa nuova promessa della regia appena uscita dalla NFTS. La protagonista è sciroccata e avrebbe bisogno di un esorcista, ma come esorcizzi qualcuno posseduto da Dio?

Ma partiamo dall'inizio. Siamo in un setting come al solito deprimente, una di quelle cittadine inglesi sul mare molto belle ma malinconiche e inquietanti allo stesso modo. Maud è una giovane badante, sorprendentemente non dell'est Europa, e che non passa la giornata a guardarsi le unghie. Com'è possibile, direte voi? Beh, è molto semplice: si porta dentro un dilaniante senso di colpa per aver accidentalmente ammazzato un paziente quando era infermiera, così decide di affidarsi alla religione e alle possenti mani di Dio. Anche al "sesso senza amore" (cit.) occasionalmente, ma quello non aiuta più di tanto.
Dunque è convinta che Dio le abbia affidato una missione per redimersi: salvare le anime perdute, tra cui la persona che assiste, una ex ballerina che morirà a breve quindi trascorre i suoi ultimi giorni nella dissolutezza più sfrenata. Una missione per salvarsi dal peccato, specialmente da quello originale (un chiaro omaggio a La Cosa per i più attenti) e che le permetta di ascendere alla definitiva Santità.

                                            "Devo proprio levitare come ne L'Esorcista? Ma almeno me le fate girare la testa all'indietro?"

Sente la Sua presenza, sente la sua voce (in Gallese), lo sente persino "dentro di lei" (testuali parole, su cui non oso indagare oltre). Ovviamente le dice ciò che vuole sentirsi dire, convenientemente, anche se a volte è vittima di vere e proprie allucinazioni e vede anche altri dire cose che in realtà non dicono, perché è lei ad essere paranoica e odiare se stessa (in cui la furba regista, in un sapiente gioco di inquadrature, non ci mostra le loro bocche pronunciare davvero quelle cose). Qui i paragoni si sprecano, ovviamente innanzitutto Taxi Driver, ma anche Carrie, First Reformed, Le Onde del Destino (oh, questo ce lo troviamo sempre in mezzo), anche per il costante senso di inquietudine, di terrore, che SAI (vedi Lamb) sfocerà nell'incombente catastrofe.

                                                                                  "Ehi, dici a me? Ma dici a me? Stai parlando con me?!"

E quindi, tutto qua? Una pazza invasata e tormentata dalla religione?
Eh, no. Questo film è molto di più, anzi oserei dire che il tema centrale non è nemmeno la religione, ma solo un'esca: come la violenza ne La Casa di Jack. Il tema centrale è una donna tormentata dall'idea di aver fallito, ma soprattutto dall'idea di restare sola. E glielo sbatte in faccia "il diavolo" (che poi sarebbe la sua coscienza) alla fine, in realtà non vuole davvero salvare l'anima di Amanda, è tornata perché ne ha bisogno.

Ma il film è di più anche in termini di genere, si muove su una linea sottile tra dramma, horror psicologico e body horror. Scene come quella in cui si spella la mano, o quelle in cui si contorce e le si deforma la faccia alla Toni Colette in Hereditary, sono degne del miglior body horror e dimostra che la debuttante regista sa esattamente ciò che sta facendo e come muoversi tra i vari stili.
E lo dimostra durante tutto il film con le inquadrature che riflettono il punto di vista di Maud, ma siamo talmente immersi in esso che a stento ce ne accorgiamo. Nella parte iniziale, quando va tutto bene nel rapporto con Amanda e con Dio, la telecamera si muove in maniera tradizionale, abbiamo un sacco di campi lunghi, come a dire che è tutto sotto controllo. Poi, quando lei inizia a perdere il controllo, lo perde anche la telecamera: visuali distorte, inclinate, primi e primissimi piani, come a dire che l'universo di Maud si sta capovolgendo ed è più che mai instabile.

                                             "Ma questo perché mi sta fissando? Per scrivere il suo piccolo articolo sul blog dei cinemi?"
 
Parlando di instabilità, la parte che ci rende più nervosi è paradossalmente proprio quella in cui vediamo Maud nella sua "normale" vita quotidiana e mondana. Qui anche il comparto sonoro rende alla perfezione il caos che c'è nella sua mente, l'inquietudine, il sussultare ad ogni minimo rumore. Maud è talmente traumatizzata che è sempre all'erta e sente ogni piccola cosa come se fosse un camion che si schianta contro un muro. Ecco, questo, insieme al lavoro di telecamera di cui parlavo, ci fanno praticamente vivere nella sua mente senza che neanche ce ne rendiamo conto.

Il film, dunque, è un crescendo di tensione. Lo sappiamo da quando nasce il conflitto tra Amanda e Maud: l'una che vuole mantenere le apparenze di fronte alla morte e godersi la vita fino all'ultimo respiro, l'altra che sembra ingenua e totalmente fuori dal mondo, incapace di accorgersi davvero di cosa stia succedendo davanti ai suoi occhi perché la sua attenzione è dedicata all'aldilà. L'eterno contrasto tra la concupiscenza della carne e la severità della religione, un costante tiro alla fune che si intensifica con l'arrivo di Carol, la quale agli occhi di Maud rafforza i lati negativi di Amanda.

Un'escalation di tensione che coincide con la progressiva discesa nell'abisso di Maud, la quale è l'espressione vivente della bomba ad orologeria di cui parlava Hitchcock. A un certo punto abbiamo davvero l'impressione che possa esplodere in qualsiasi momento, ironicamente soprattutto nella "tranquilla" scena con la vecchia amica Joy nel suo appartamento. Diciamo che se all'improvviso l'avesse ammazzata brutalmente e fatta a pezzi non si sarebbe sorpreso nessuno. O magari le avesse dato fuoco.



Sappiamo che esploderà, solo che non sappiamo quando. E per tutto il film non sappiamo nemmeno se a parlare sia davvero Dio, o un essere maligno che si spaccia per lui, o la malattia mentale. Queste due cose ci fanno stare col culo all'erta e il fiato sospeso fino allo straordinario finale, che ci regala genuinamente e in maniera assolutamente non forzata due spaventi che ricorderemo per molto tempo. E questo è ciò che dovrebbe fare ogni film horror, e che parecchi tentano disperatamente con scarso successo o infilandoci jump scares "a cazzo di cane". La sceneggiatura è scritta in maniera impeccabile per arrivare a quel momento, i pezzi sono messi insieme in maniera perfetta. Per non parlare di tutti i dettagli che mettono in dubbio la moralità dei personaggi, Amanda compresa: in un attimo può spaccarti i coglioni, e nella scena successiva farti sentire in pena per lei. Io ora non so dire se la Glass sia semplicemente in stato di grazia per il suo debutto, ma se il buongiorno si vede dal mattino, allora ci divertiremo un sacco.

A suggellare il tutto è l'interpretazione fantastica, terrificante (in tutti i sensi) di Morfydd Clark, ancora piuttosto sconosciuta in ambito cinematografico ma che ha una lunga esperienza teatrale (e si vede). Si prende letteralmente sulle spalle il film, lo trascina interpretando un personaggio difficilissimo e indigesto per noi spettatori, figuriamoci per lei. Eppure coinvolge tanto da non poterle staccare gli occhi di dosso. La vera santa è lei, Morfydd la Salvatrice!


Direi che mi sono sperticato di lodi abbastanza. In conclusione, film non perfetto, ma quasi. Un'opera che prende i cliché visivi dei classici film sugli esorcismi (vomito verde, schiuma alla bocca, convulsioni) ma al tempo stesso ne sovverte totalmente i canoni, dopo decenni in cui abbiamo visto sempre le stesse cose. L'avevo colpevolmente lasciato indietro, ma non è mai troppo tardi.
Impressionante debutto della Glass che subito ti piazza un film del genere, con la consapevolezza di avere un talento sopraffino. Speriamo si mantenga su questi livelli. Spiace solo che non sia uscito nel modo previsto, sicuramente non in pompa magna ma nemmeno così frenato pesantemente dalla pandemia. Miglior fortuna la prossima volta.

Che dire di Santa Maud? All'inizio possiamo detestarla, ma pian piano che scopriamo di più sul suo personaggio ci rendiamo conto di quanto sia tragico e cominciamo a provare una certa empatia. Sotto quella corazza da bacchettona si nasconde un sensibile essere umano, profondamente segnato dagli eventi e schiavo di una follia dolorosa, una brama di redenzione per cui brucerebbe tutto. E gli ultimi 5 minuti sono commoventi e terrificanti allo stesso tempo. L'orrifica, terribile, raccapricciante immagine finale, in cui in un nanosecondo tutto il suo mondo (e noi con lei) si frantuma in pezzi vi rimarrà impressa. Grazie Maud, per esserti sacrificata per noi. Our savior.


All Hail, Rose Glass. All Hail, Saint Maud!


VOTO FINALE: ****1/2
 

E tu Dio, sappi che non tutte le tue fan sono così. Questo film ne rappresenta solo una, quindi non ti incazzare troppo.  

LA DIAGNOSI: E ma allora, la bava alla bocca e le convulsioni? Molto probabilmente crisi epilettiche focali con consapevolezza integra, che possono provocare tutti i sintomi visti nel film: orgasmi spontanei, euforia o psicosi postuma, allucinazioni visive e uditive, persino l'iper-religiosità (sindrome di Geschwind). I fuochi d'artificio, invece, potrebbero aver provocato una crisi tonico-clonica generalizzata.

P.S. A corollario di tutti i riferimenti a William Blake durante il film, Maud diventa "la donna vestita di sole" proprio da un dipinto di Blake (l'opposto di Francis in Red Dragon, che appunto decide di trasformarsi nel grande drago rosso).

 

P.P.S. La A24 davvero dovrebbe smetterla con questo fetish di gente che prende fuoco.

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