Passa ai contenuti principali

In primo piano

ANTLERS, SPIRITO CORNUTO

Allora ragazzi, qui non ci siamo. Non ci siamo proprio. Eppure abbiamo cominciato la visione con tutta la buona volontà, ce ne avevano parlato bene, c'è un mostro cornuto, poi l'ha prodotto Guillermo Del Toro, cosa può andare storto? Intendiamoci eh, non è un brutto film affatto, e magari molti di voi se lo godono pure senza curarsi dei vari problemi. Ma noi i difetti li vediamo tutti e diciamo che era lecito aspettarsi di più. Antlers (2021) Regia: Scott Cooper Cast: Keri Russell, Jesse Plemons, Jeremy T. Thomas, il Cornuto Scott Cooper è un bravissimo regista, che ha lasciato il segno in vari generi finora, seppur mai apprezzato davvero dal grande pubblico (heh). Dal dramma musicale Crazy Heart, al thriller Il fuoco della vendetta, al gangster biopic Black Mass, al western (rivisitato) Hostiles. Questo è il suo primo approccio all'horror ma conosciamo tutti il suo talento, poi prodotto da uno dei più influenti artisti di horror moderni, insomma c'era molto hyp

LAMB (2021)

- Allora, che vediamo stasera? Pensavo qualcosa di tranquillo, sai... dopo Halloween Kills.
- Stasera vediamo Lamb.
- Il nuovo film della A24?
- Sì, qualche pazzo l'ha tradotto in italiano. Me l'ha detto Vito.
- Molto bene, di che parla? Non sarà mica malato come Midsommar?
- Di due persone che adottano un essere misto tra uomo e pecora.
- Ok, ho capito. Vado a spararmi in testa e torno.

Lamb (2021)
Regia:
Valdimar Jóhannsson
Cast:
Noomi Rapace, Björn Hlynur Haraldsson, Hilmir Snær Guðnason

 
 
La A24 è sicuramente una delle colonne portanti dell'horror moderno, assieme alla sorella maggiore Blumhouse: mondi quasi opposti, ma così simili al tempo stesso. La Blumhouse è quella che ce l'ha fatta, che c'ha i soldi e te lo sbatte in faccia, d'altronde chi non conosce Paranormal Activity? La Blumhouse è caciarona, propone film più diretti, "da popcorn" perfetti da guardare in una serata con gli amici, ma non per questo meno belli (anche se appunto, come tutte le grandi compagnie, conta pure diversi buchi nell'acqua - Ouija, il remake di Martyrs, The Gallows, etc.), con facili scares nel senso classico del termine e certamente di più facile comprensione. Tra i capolavori ricordiamo Sinister, The Invisible Man, Get Out, Hush. La A24 è la sorella intellettuale, indipendente, più colta e che ha sfornato anche film migliori ma viene ancora snobbata dai più. Insomma quella figa, l'alternativa, la punkettona. La InsideOut o La Tempesta Dischi del cinema. La A24 tenta di innovare, di essere più "artistica", si prende i suoi rischi ma raramente sbaglia un colpo: quasi tutti i film che ho visionato - a parte avere una qualità altissima - sono quantomeno originali, coinvolgenti in qualche modo e soprattutto angoscianti. I loro film tentano di trasmetterti il terrore e l'inquietudine in senso non classico, bensì tramite il setting, l'atmosfera e una storia raccontata lentamente a rischio di annoiare, ma forse è proprio per questo che ti resta più dentro. Alcuni non sono di facilissima comprensione e andrebbero rivisti più volte per apprezzarne tutti i dettagli, ed è proprio per questo che non sono popolari come quegli altri, anzi, generano sempre reazioni controverse: o li ami o li odi. Tra i loro capolavori ricordiamo Hereditary, Midsommar, The Lighthouse, The Killing of a Sacred Deer. Ora io non voglio fare lo snob, o quello che preferisce i loro film perché sono artistici e intellettuali etc. (chi mi conosce sa benissimo che mi diverto pure e soprattutto con un classico slasherone e morti sgozzati), ma oggettivamente chi critica certi film della A24 (tra cui anche quelli suddetti!) perché "non ha capito", o addirittura li deride, non merita gli occhi per godere del cinema. HO PARLATO.
Insomma, queste due case di produzione sono facce della stessa medaglia e onestamente questa rinascita dell'horror ha bisogno di entrambe. La A24, sebbene resti per il momento ancora più "di nicchia", sta lentamente monopolizzando la scena anche se non ce ne accorgiamo; continua a produrre costantemente film di altissimo livello, non fermandosi sui vecchi cliché ma innovando, e sarebbe ora che inizi a prendersi i riflettori che merita.
 
Ad esempio, il film di cui andremo a parlare non è ancora uscito in Italia, né in streaming né al cinema, e probabilmente non lo vedremo molto presto (se volete guardarlo dovrete farlo per vie traverse, come ho fatto io DOVETE ESSERE AFFILIATI CON LA A24, COME ME). 


Partiamo dal setting, come dicevo prima. Una landa desolata, nebbiosa e circondata dalle montagne che ci mostra la parte migliore, e al tempo stesso più terrificante, dell'Islanda. Meravigliosa, ma non ci vivrei. Personalmente, è una cosa che mi ha sempre inquietato ma credo sia insita in tutti noi: la paura dell'ignoto, degli spazi enormi non sapendo esattamente chi o quale essere si celi lì fuori, nella nebbia. E il primo passo è fatto.
La storia, questa volta è molto semplice: due genitori che hanno perso un figlio, e tentano di superare quell'immenso dolore sostituendolo con un altro, foss'anche un essere mostruoso a metà tra umano e agnello. Hanno bisogno di lui, e per questo lo sottraggono a madre natura, e alla sua madre naturale. Ma la Natura dà e toglie, e quando tu togli qualcosa alla Natura sono cazzi. Anche se la storia procede lentamente e senza particolari sussulti, sin dal primo istante in cui decidono di appropriarsene, dentro di te sai benissimo che finirà in modo terribile, ed è una sensazione che ti permea durante l'intero film prima dell'inevitabile finale.

"Guarda che bel maglioncino che ho!"
 
Durante il film, superata la fase disgusto, impariamo ad affezionarcene: sia all'agnellino che ai genitori, e riusciamo a comprenderne il gesto. Ci stupiamo e gioiamo con loro di fronte ad una famiglia felice, che balla e guarda le partite (di pallamano...) insieme in una totale normalità. Anche se all'inizio non approviamo, come lo zio non possiamo fare a meno che scioglierci di fronte a tale tenerezza, ad ammirare i suoi maglioncini e sperare che tutto vada per il meglio. Fino al pugno nello stomaco finale: inevitabile, ineluttabile, inesorabile. Un dolore ancora peggiore del precedente (spoiler: pensate, dopo esservi illusi di averlo superato, di perdere un altro figlio e anche vostro marito restando totalmente soli) che ci lascia impietriti, distrutti mentre scorrono i titoli di coda. Ricordate quando, a proposito dei film di Von Trier, ho parlato delle Onde del Destino? Quei film che ami e detesti al tempo stesso, in cui godi perché sai di star guardando un film bellissimo, ma che non rivedresti molto presto perché ti lascia pieno di angoscia, di malessere, di dolore. Questa è la forza comunicativa dei film della A24, sai che puntualmente ti arriveranno i pugni in faccia (e non in tasca, alla Bellocchio) ma non puoi fare a meno di arrivare alla fine.
 
"Signor Mannu, è finita sta recensione? Dovrei andare a vedere The Silence of the Lambs!"
 
Le interpretazioni degli attori sono anch'esse fantastiche, la Rapace (che abbiamo conosciuto in Uomini che odiano le donne - quello originale) dà il meglio di sé e potrebbe tranquillamente essere candidata all'Oscar (se non fosse...beh, un film della A24). Riesce a catturare tutte le sfumature di un personaggio non semplice, una donna che cerca la felicità e proprio per questo tenta nervosamente, disperatamente di proteggere l'essere che gliela sta donando. Menzione speciale anche per gli altri due, anche se, ovviamente, la star dello show è LA PECORA. OSCAR SUBITO.



Valdimar J
óhansson, alla sua prima opera da regista (ha avuto esperienze come addetto agli effetti speciali in film come Rogue One) si ispira, omaggia, ma non copia. Potremmo ricordare Eraserhead (e credo proprio che Lynch stesso apprezzerebbe questo film), Rosemary's Baby, ma anche The VVitch e lo stesso Midsommar; fatto sta che il regista fa sue queste idee e costruisce, come Jack costruisce la sua Casa, regalandoci un film originale, immersivo con la sua spettacolare cinematografia, rischioso e provocatore quanto basta, che cattura l'attenzione dello spettatore nella sua semplicità. La cosa più bella di questo film è proprio lasciarti condurre da lui in questo viaggio attraverso l'assurdo, un episodio di Twilight Zone versione malata. Il ritratto tragico di una famiglia che tenta di trovare pace e felicità in un mondo terribile, ma Lamb ci insegna che le strade per la felicità non sono mai semplici come sembra.

Posso dire con certezza che questo sia uno dei migliori film dell'anno. Un horror che non è un horror, ma è una favola senza lieto fine. Un meraviglioso, stupendo, bellissimo incubo.
 
VOTO FINALE: ****
 
 
 
 
 Voto ***** agli outfit di Ada e anche tu hai pensato di doverli comprare per tuo figlio. 

"Che significa l'Italia ha vinto gli europei di football americano? Non vorrete mica vincere pure quelli di pallamano?!"

Commenti

Post più popolari