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ANTLERS, SPIRITO CORNUTO

Allora ragazzi, qui non ci siamo. Non ci siamo proprio. Eppure abbiamo cominciato la visione con tutta la buona volontà, ce ne avevano parlato bene, c'è un mostro cornuto, poi l'ha prodotto Guillermo Del Toro, cosa può andare storto? Intendiamoci eh, non è un brutto film affatto, e magari molti di voi se lo godono pure senza curarsi dei vari problemi. Ma noi i difetti li vediamo tutti e diciamo che era lecito aspettarsi di più. Antlers (2021) Regia: Scott Cooper Cast: Keri Russell, Jesse Plemons, Jeremy T. Thomas, il Cornuto Scott Cooper è un bravissimo regista, che ha lasciato il segno in vari generi finora, seppur mai apprezzato davvero dal grande pubblico (heh). Dal dramma musicale Crazy Heart, al thriller Il fuoco della vendetta, al gangster biopic Black Mass, al western (rivisitato) Hostiles. Questo è il suo primo approccio all'horror ma conosciamo tutti il suo talento, poi prodotto da uno dei più influenti artisti di horror moderni, insomma c'era molto hyp

LA CENSURA FA MALE

- Come la superiamo la dipendenza da Ultima notte a Soho?
- Dovremmo guardare qualche altro film argentesco.
- C'è questo Censor, è un thriller/horror semisconosciuto che è uscito quest'anno e sembra carino. Basta che andiamo avanti.
- YOU'RE MY WOOOORLD YOU ARE MY NIIIIGHT AND D... scusa.
- E che cazzo ho appena detto?

 
Censor (2021)

Regia:
Prano Bailey-Bond
Cast:
Niamh Algar, Sophia La Porta, Michael Smiley

 

Allora, partiamo dal presupposto che io di una che si chiama Bond mi fido a prescindere.
Comunque è definitivamente il momento delle donne che danno sfogo alle proprie fantasie più recondite - nonché alla loro cultura cinematografica - dietro e davanti alla cinepresa, e io me lo godo tutto. Britannica come Rose Glass (Saint Maud), anche per lei è il film di debutto - anche lei con una protagonista (quasi) debuttante nel mondo del cinema (e quasi britannica). E quindi, anche in questo caso stiamo parlando di un grande film? Nì. 

Enid la bacchettona (Niamh Algar) censura i film per lavoro, e ne va particolarmente fiera: così gli spettatori non dovranno guardare disgustose scene di decapitazione, occhi cavati e robe varie. D'altronde chi è che si esalta con sta roba? Certamente non io. Come dite? Ho detto che Halloween Kills fomentava? Mi avranno hackerato il blog. Comunque, come se non bastasse guardare smembramenti o peggio tutti i giorni, Enid è già sull'orlo di un crollo psicologico perché il pensiero della sorellina scomparsa la tormenta ancora; le due erano insieme quando è accaduto, quindi Enid è anche consumata dal rimorso e solo ritrovarla potrebbe sistemare tutto. I genitori decidono di farla dichiarare morta per mettere fine a questa storia, ma Enid non si dà pace e tenta disperatamente di credere che sia ancora viva, ha bisogno di crederlo, fino a crearsi una realtà parallela nella sua mente.

Dunque, partiamo dalle cose che mi sono piaciute. Il punto forte del film è sicuramente, indiscutibilmente l'estetica. La parte visiva, per un appassionato di cinema e soprattutto di questo genere, è una gioia per gli occhi. Filmato principalmente usando una pellicola 35mm e obiettivi Canon K35 dei vecchi tempi, per una volta non è solo un film che si rifà a quegli anni lì, ma che sembra uscito direttamente dagli anni '70. Guardandolo, quasi non ti accorgeresti che è un film moderno. Poi abbiamo ovviamente i richiami a... Dario Argento (sì, si ispirano tutti a lui), non solo con inquadrature da classico Giallo, ma soprattutto con l'utilizzo dei colori: scarni e con poco contrasto all'inizio, per poi arrivare all'uso "iperrealistico" del colore man mano che il delirio di Enid si fa avanti (sì, a quanto pare Suspiria è il film di Argento più popolare tra questi nuovi registi - Edgar Wright e la Ducournau, per dirne due A CASO, l'hanno dichiarato pubblicamente). Certo, magari senza le stoffe colorate come fece Tovoli e senza Technicolor, ma il risultato è più o meno quello.


Questo però, oltre ad essere il punto forte, al tempo stesso è anche il punto debole. Come dichiarato dalla stessa regista, Censor è una "lettera d'amore" agli horror del passato. E si vede. Si vede l'entusiasmo, la passione di chi vi ha lavorato, e anche le scene ricreate dei video nasties degli anni '80 (con la Super 8) sembrano proprio originali del periodo. In più, all'inizio del film, abbiamo una musica che ricorda i Goblin. E allora perché il punto debole? Perché, nonostante mi sia piaciuta tanto per l'effetto nostalgia, resta una lettera d'amore e poco più. Anche Ultima notte a Soho (che pure usa gli stessi trucchetti, colori iperrealistici eccetera) lo è, senza dubbio, ma in Censor potremmo davvero dire che c'è più stile che sostanza. L'idea di una persona che scivola lentamente nella pazzia e si crea una realtà allucinatoria? Bella, ma già vista. Sì, cambia il contesto (in questo caso i video nasties), ma l'idea di base è sempre quella. Ed avendo visto da poco proprio Saint Maud, questo film mi sembra ancor di più una copia (specialmente la "rivelazione" finale). A dire il vero, nemmeno l'idea di un censore che non riesce più a distinguere la realtà è nuova: ricordiamo Evil Ed, anche se quello era più uno splatter di serie B. Ma mi viene in mente ancor di più Berberian Sound Studio (2012), un altra lettera d'amore al Giallo, in cui un tecnico del suono comincia a perdere contatto con la realtà perché pian piano si confonde con la finzione. Il regista Peter Strickland (sempre britannico), però, cade nello stesso tranello: omaggia tanto, troppo, con alla base una scrittura debole o poco originale, come nel seguente In Fabric (2018). Belli da vedere, l'atmosfera è quella giusta... ma manca qualcosa per la grandezza, perché sembrano più un'operazione nostalgia che altro.

Questo è il mio problema principale con Censor, che è bellissimo, cinematograficamente perfetto, ma di originale, di nuovo, c'è poco. E questo, alla lunga, potrebbe essere il problema anche dell'elevated horror (che al momento è il mio genere preferito, ma va?) in generale: a furia di esaminare la psiche e i traumi della gente, si finisce per diventare ripetitivi. Eppure di film freschi ce ne sono ancora tanti, come quelli che abbiamo recensito; quindi non è un problema di genere, ma di Censor in particolare.


"Sono io la vostra Salvatrice!"

Volendo essere proprio puntigliosi, anche lo stile Giallo anni '70 alla Bava/Fulci/Argento stona un po' visto che il film è ambientato a metà anni '80, e a quel tempo era già caduto in disuso. Ma questi sono dettagli.

Allora torniamo ai lati positivi. La scelta di usare i video nasties è la cosa più interessante a livello di sostanza, e la Bond riesce molto bene a catturare l'isteria di un periodo in cui i censori della BBFC venivano criticati perché magari non avevano tagliato abbastanza pellicole troppo brutali. Secondo il pensiero popolare, questi film particolarmente sgradevoli stavano influenzando i giovani ed erano la principale causa di un improvviso aumento della criminalità. Alla fine c'è sempre qualcosa a cui dare la colpa: prima i film, oggi i videogames. Il notiziario in Censor parla anche di un killer che ha strappato la faccia a una donna e l'ha mangiata, apparentemente ispirandosi a Deranged, il primo film sul serial killer Ed Gein (che Enid non avrebbe tagliato abbastanza). Ovviamente, questa teoria viene smentita: in realtà questo tizio non aveva mai visto il film. Tuttavia, ne seguì comunque un'ondata di censure e divieti, una pezzo di storia che ovviamente funziona soprattutto per il pubblico britannico ma possiamo capirlo anche noi, poiché anche in Italia - come in tanti altri paesi - fu censurata roba come lo stesso Cannibal Holocaust. E il film riesce a farci percepire questa pressione inimmaginabile, su questi esseri umani che in teoria avrebbero in mano le sorti di un'intera nazione, infatti al primo "sbaglio" Enid viene insultata e minacciata di morte.

Insomma l'idea è buona, il film ha un bell'aspetto, peccato che non decolli mai davvero fino agli ultimi minuti, complice anche il fatto che il personaggio della protagonista non venga mai sviluppato più di tanto. Come già detto, il film sopravvive più sul mood e sullo stile che sulla sostanza, anche se ci sono scene che fanno particolarmente effetto, soprattutto la sequenza finale che personalmente mi ha fatto venire i brividi (per quanto poco originale, è fatta bene). Qua abbiamo pure una puntina di Phenomena.

"Almeno non ci sono insetti eccitati in questo film!"   

 "Beata te!"

In conclusione, Censor non è un grande film, ma di sicuro un buonissimo film. La Bailey-Bond è un'altra che chiaramente sa cosa fare con la macchina da presa e di cinema ne sa a pacchi, quindi da tenere d'occhio. Per questo esordio, però, sceglie di non osare. Né dal punto di vista tematico, né da quello stilistico. Fa il compitino, e se raggiunge un voto medio-alto è soprattutto grazie alla parte tecnica e visiva (ringraziamo anche la direttrice della fotografia Annika Summerson), oltre che dall'ottima interpretazione della Algar, un'altra rivelazione. Insomma si poteva fare di più, e la scrittura non rende giustizia alle immagini deliziose, per cui rischia di perdersi anonimamente nella schiera di questi nuovi emulatori del Giallo. Ad ogni modo, riesce a riportare gli anni '80 in vita e se siete amanti del cinema vi consiglio comunque di vederlo. Però Prano, ricordati che io ti tengo d'occhio: nel prossimo film, per favore, osa di più. Il talento ce l'hai. Magari chiedi qualche consiglio a Edgar Wright, che male non fa.


VOTO FINALE: ***1/2

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